Giudizi critici

«Se fosse possibile adagiare una morbida veste di colore sul flusso informe del pensiero o ritrarre il tempo nell’espressione spontanea di chi è colto di sorpresa, sarebbe verosimile, trovandosi ad osservare le opere di Antonella Serratore, visualizzare come sequenza di fotogrammi la misteriosa staffetta dei moti interiori verso il traguardo della comunicazione sensoriale. Proprio le scelte tematiche e il particolare linguaggio espressivo dell’autrice rendono reale questa percezione, evocando le innumerevoli forme del pensiero e gli altrettanti volti del tempo. Nello stesso momento in cui il colore imprime la propria carezza sulle scene immaginate, scolpendo nella memoria lo spazio di un attimo, quel frammento surreale di realtà si proietta immutabile in una dimensione dove le ore rallentano la loro corsa fino ad arrestarla. La ricerca estetica si appaga in una riproposizione plastica che travalica la corporeità. Sul sostrato di una profonda conoscenza delle tecniche scultoree, Antonella Serratore si esprime in pittura con l’attenta forza descrittiva di chi è in grado di modellare la materia portandone alla luce il nucleo pulsante di vita. Gli scorci architettonici o paesaggistici appaiono incastonati in atmosfere di valenza metafisica, spesso accentuata dalla presenza della figura umana. Quest’ultima, in particolare, si propone come la traduzione visiva di stati d’animo diversi, quanto e come sono diversi i colori, la postura, l’atteggiamento di fronte alla scena, gli abiti indossati. Una “nevicata” si offre silenziosa e vibrante agli occhi di una giovane donna che, dall’interno di una casa che ha ceduto al crepuscolo le sue ultime luci, osserva ed ascolta. Altre volte il sole riscalda di vive trasparenze gli spazi tra le pareti, richiamando il dissolversi dei perimetri limitanti del corpo nell’approdo dello spirito in aree di straordinaria ed inafferrabile ampiezza. Noti scorci di splendide città sono come sottratti al proprio ordinario palcoscenico e trasferiti dove li vogliono il ricordo, la fantasia, la capacità di trasposizione creativa propria della poesia. Allo stesso modo statue, mezzibusti, protomi o cariatidi accompagnano nell’oggi voci che i secoli possono forse ovattare, ma non spegnere. Lo spunto mitologico o, spesso, quello religioso muovono le tende della memoria come vento messaggero di sensazioni che si rinnovano e si trasformano, distraendo o ridestando la coscienza. Le nature morte e le composizioni si collocano ben oltre il figurativo, nella misura in cui l’oggetto principale della rappresentazione si arricchisce della pregnanza di elementi che, a voci alterne, richiamano l’attenzione del “lettore” dell’opera:le pieghe di un tessuto, tra le quali la luce scivola fino a smarrirsi, o il roteare delle ombre in un rincorrersi ordinato di luminescenze. È una pittura che nasce nell’ascolto, che riproduce suoni percepiti a grande distanza, che vive il colore in ogni suo tono secondo una scala che è fatta di emozioni e che ad esse, sempre, riconduce».

Monica Candrilli


«…La lirica narrazione tonale diviene elemento di comunicatività del pensiero e del sentimento. Un appropriarsi di tanta sapienza tecnica è emblema di spontanea maestria artistica…».

Sandro Serradifalco


«Si riscontra in questa pittura una profonda presa di possesso della tematica da rappresentare che costituisce il punto di partenza dell’inversione pittorica e della immaginazione fantastica. Antonella Serratore dipinge non la globalità ma lo specifico mondo del particolare, la sua intima sostanza, che dà poi il senso raggiunto della completezza. Un dipingere che indaga, approfondisce le parti recondite e misteriose che rendono il tutto vitale ed esistenziale, una atmosfera palpitante e vicina all’umana pulsione, percorsa da brividi e da tensioni animate da segreta vitalità. È spesso un contrasto che si ritrova nella pittura di questa artista, una spinta che rompe la verosimiglianza, una sorta di ritorno all’origine per scaturirne nella piena portanza dell’emozione, una emozione ottenuta con il contrasto di segni acuti e morbidi e con fusioni di colori in cui il bianco si insinua come una lancia che trafigge l’immagine, con l’uso dell’azzurro che si incupisce sino a diventare notte, un azzurro abbagliante e palpitante sino a diventare scarica di luce che punta verso il cielo e lo conquista in costruzioni sapientemente articolate in suddivisioni di aspetti della natura o in costruzioni di epoche e di luoghi. Tutto questo ci riporta ad uno spazialismo sinfonico e a riflessioni sulla natura, sul mondo, sulla storia ed ancora sul presente e sul divenire. Con l’arma dell’arte Antonella Serratore si prefigge di indurci alla riflessione di molti aspetti della vita».

(tratto dal libro “Da Lucio Fontana al Giubileo di Papa Francesco”, 2016, Il Quadrato, Milano)


«…I risultati eccellenti e la grande considerazione da parte di noti critici d’arte evidenziano come Antonella Serratore, artista che ha preferito svolgere, sempre e soltanto in termini di pittura, un discorso più autonomo e profondo, è una artista di grande talento che riesce a dare il meglio di se stessa compiendo incursioni nel realismo, nella mitologia e nella metafisica. Nell’operato dell’artista sono riconoscibili, oltre al suo linguaggio espressivo, la dimestichezza e la capacità di dialogare con il colore…».

Maria Lombardo


«…In Antonella Serratore c’è il deciso intento di ripercorrere le strade del bello classico nello studio della purezza formale. E ciò nell’attenzione estetica delle nature morte, nell’esaltazione disegnativa del decoro barocco, nel dettaglio descrittivo di angeli e putti, nell’arabesco di ali, di vesti, di pieghe, evidenziati nelle inquadrature di ariose prospettive…».

Milly Bracciante


«…Il senso dell’immutabilità all’interno di dimensioni spazio-temporali misteriosamente evanescenti si incontra, nelle opere di Antonella Serratore, con il fluire silenzioso ed accattivante delle emozioni, il moto incessante della coscienza. E questo armonioso accostamento è sapientemente reso attraverso la corposità delle pennellate e la scelta di toni ora caldi, ora essenziali specchi di luce».

Giuseppe Candrilli


«…Antonella Serratore si esprime con linguaggio validissimo, sintesi efficace di sentimenti, aneliti dell’animo e di una visione della realtà circostante rivisitata dalla fantasia. Con uno stile in cui convivono modernità e classicismo, realizza composizioni originali e simboliche, le cui atmosfere rendono palpabili i contenuti tramite le accurate rispondenze dinamiche delle luci e delle tinte».

(tratto dal volume “Elite – Selezione internazionale d’arte 2008”, ArtItalia Edizioni, Varese, 2007)


(Pagina dedicata ad Antonella Serratore, tratta dal volume “da Lucio Fontana al Giubileo di Papa Francesco 2016”, a cura di Giorgio Falossi e Lorenzo Cipriani, ed. Il Quadrato, p. 288)


INOLTRE ANTONELLA SERRATORE È CITATA NEI SEGUENTI VOLUMI:


  • “Elite – Selezione internazionale d’arte 2017”, ArtItalia Edizioni, Varese, 2017
  • Accademia Internazionale Città di Naro, catalogo 2010
  • Il Segno, catalogo Premio d’Arte contemporanea, 2011
  • Ferrara Art Festival, catalogo 2014
  • Tuscany Contemporary Art , vol. 1° del 2015
  • Annuario d’Arte Moderna , Edizione 2016
  • Enciclopedia d’Arte italiana, Edizioni dal 2012 al 2017, nell’edizione 2017 l’Enciclopedia riporta queste parole sull’artista:

Storia, arte e tradizioni sono sinonimi adeguati a raccontare il genio espressivo degli artisti siciliani. Antonella Serratore si inserisce a perfezione nella tradizione locale che negli anni ci ha consentito di conoscere e apprezzare autentiche eccellenze espressive in ogni ambito. Lentini, luogo dal quale inizia il percorso dell’artista, è fulcro d’arte bizantina e terra dalla quale sono emerse personalità particolarmente riflessive e profonde. L’artista ha dentro sé questo valore aggiunto che esplode nelle sue opere attraverso le quali veniamo a contatto con un mondo nuovo, un’espressione onirica e costantemente dominata dalla leggerezza e finezza espressiva. Le opere di Antonella Serratore sono come un fuoco che ti attraversa e coinvolge, riuscendo a donare benessere e serenità, immergersi nelle sue opere è come prendersi una breve vacanza da noi stessi. L’artista riesce a rendere l’osservatore complice in un viaggio in cui lei è la guida sapiente che ci accompagna attraverso le cromie di paesaggi che ci possono ingannare come nel viaggio con Italo Calvino nella città di Tamara in cui gli occhi non vedono cose ma figure che possono sembrare altre cose. Francia, Spagna, Austria, Stati Uniti sono solo alcune tappe di un percorso che non può aver confini per Antonella Serratore. 

(Alberto Moioli)


Antonella Serratore

(Enciclopedia D’Arte Italiana)

 

Ormai non destano più stupore, da tempo, i consensi che Antonella Serratore sta avendo da parte dell’universo della critica d’arte, e non solo. Che siano i “suoi” paesaggi siciliani – ebbri di storia – metropoli pulsanti d’anime, figure danzanti nella luce o dolcissime ragazze sognanti, il suo onestissimo tratto pittorico regge nel confronto di un tempo in cui riesce a raccontare e ad illustrare in modo continuativo e pieno sia un certo arcaismo in cui pulsa il mito, sia il fremente vivere dell’oggi ricco d’umori e di amori, di vivaci cromie in cui, non di rado, il celeste s’unisce al tono rosaceo, o al calore di un lucente giallo spesso dorato che potrebbe indifferentemente simboleggiare la pelle viva della terra, ma persino al mistero del rinnovo. L’insieme ne caratterizza la grande fiducia per un futuro segnato dall’amicizia, dal dialogo e dal confronto, tramite un viaggio per immagini sereno e tranquillo concretato – solo un esempio questo, ma potrei farne nella specificità altri – in certe tele sulle quali le persone, a due a due o in gruppo, si stanno dirigendo verso l’ansiosa città odierna per portare quel senso dell’umano vivere da taluni perduto. Messaggio? Forse; ma vedendo ancora l’acqua e il sole e l’albero e altri elementi fermati con una gestualità pensata e controllata e subitamente espressa, non ho dubbi nell’affermare che la solidità della sua pittura avrà ancora, ne sono sicuro, una sempre maggiore attenzione pubblica, al di là del mio plauso.

Lodovico Gierut